Dagli appunti di Vito Mastrangelo (1750) e dagli scritti di Luigi Tirrito si descrivono nel territorio di Castronovo la presenza di numerosi casali e precisamente il Mastrangelo ne individua sette. Il casale era un agglomerato abitativo che insisteva in una zona del territorio, formato da famiglie contadine che formavano delle vere frazioni abitative appartenenti al comune (in generali erano di origine araba).
Dagli arabi denominata Rahal-biat con annessa chiesa che nel 1625 venne incorporata al nuovo convento dei cappuccini.
Con annessa chiesa bizantina e in questo territorio insisteva, al tempo dei romani, la stazione Comiciana per la sosta dei passeggeri nell’ itinerario tra Agrigento e Palermo. Il casale il 10 luglio 1391 ospitò i baroni siciliani in parlamento che deliberarono di non riconoscere Re Martino nel trono di Sicilia. Si svolgeva in tale casale una delle più antiche e famosa fiera del territorio ( fiera di San Pietro).
Casale di origine araba che in parte scomparso.
Riena, Casale di origine normanna, era un tenimento appartenente al monastero di s. Stefano di Melia poi donato al monastero di San Martino delle scale sciolti gli ordini religiosi venne poi diviso in piccoli lotti. Attualmente è di proprietà dei Fratelli Gattuso, imprenditori castronovesi operanti nel settore cerealicolo.
Forse d’origine bizantina in cui insisteva l’antico monastero Basiliano di S. Stefano . Ancora oggi è esistente e visitabile ma diruto.
Era un casale arabo, i cui ruderi sono vicini alla contrada Balata ed era un possedimento dell’antico monastero Basiliano di Melia.
Per la fertilità delle sue terre, Casale dell’abbondanza.